Giarre è un comune di circa 30.000 abitanti della provincia di Catania. La città è posta a metà strada tra Catania e Taormina e forma un importante polo urbano con la vicina Riposto con cui venne unita e chiamata Jonia durante il periodo fascista.
Gli abitanti sono noti come giarresi in italiano e giarroti in siciliano.
Giarre gode di un'ottima posizione geografica perché posta tra l'Etna e il mar Ionio, attraversata dalla strada statale 114 che da Catania (da cui dista 30 Km) porta a Messina (a 70 Km di distanza). La popolazione e distribuita per quasi il 65% in città e le restante risiede nelle frazioni alcune delle quali divenute ormai veri e propri quartieri. La città ha subito anche un piccolo calo demografico dovuto in parte alla spostamento nei vicini comuni di Riposto, Mascali, Fiumefreddo.
La storia di Giarre risale ad epoche antichissime: pare infatti che, nel VII secolo a.C., coloni greci calcidesi provenienti da Naxos fondarono Kallipolis, proprio dove ora si trova la cittadina etnea. La storia recente di Giarre va di pari passo con quella della contea di Mascali, di cui la città, così come Riposto, faceva parte. Si deve infatti al vescovo di Catania, Nicola Maria Caracciolo, il popolamento progressivo della Contea di Mascali allora ancora prevalentemente ricoperta dal fitto Bosco d'Aci. Il Caracciolo, attorno alla seconda metà del XVI secolo, offrì in enfiteusi ad acesi e messinesi le terre della contea che vennero coltivate soprattutto a vite. Proprio grazie a questa opera di disboscamento fu possibile realizzare un nuovo tratto della Via Valeria (la direttrice romana Messina-Catania), che sino ad allora procedeva tortuosamente da Mascali verso l'entroterra aggirando a monte la zona. Fu così che nacquero le due piccole comunità di Giarre e Riposto. Il nome Giarre si deve al fondaco, un luogo di raccolta delle giare (ossia i recipienti dove erano contenute le merci: vino, olio, frutta, cereali). Progressivamente Giarre aumentò la sua importanza economica e il suo numero di abitanti (soprattutto acesi e messinesi popolarono la zona) e forte del suo dinamismo commerciale lottò aspramente per ottenere l'autonomia da Mascali che giunse nel 1815. Nel 1841 da Giarre si separò Riposto.
Tra il 1917 e il 1919, in seguito alla rotta di Caporetto, la città accolse un centinaio di profughi cismonesi, che vennero ospitati nella chiesa del Convento.
Durante il fascismo con decreto del maggio 1939 i due comuni di Giarre e Riposto vennero riuniti e assunsero il nome Jonia. Un decreto del 1945 ripristinò la situazione precedente con i comuni di Giarre e di Riposto divisi.